Pensionati Italiani all’Estero: Viverci con la Pensione Italiana

Il fenomeno dei pensionati italiani all’estero implica una causa fin troppo ovvia: una scure fiscale italiana insostenibile associata ad un costo della vita altrettanto insopportabile.

Vivere all’estero da pensionati è una vera e propria fuga da una fiscalità sempre più stringente, che riduce notevolmente il netto delle pensioni Inps.

La pensione italiana è vittima soprattutto dell’Irpef, che non dà modo a tanti ultrasessantenni di vivere con dignità dopo una vita dedicata al lavoro.

Da alcuni anni, i pensionati si sono posti una domanda semplice: è possibile vivere con la pensione italiana all’estero? La risposta è risultata ancora più semplice: sì.

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Vivere all’estero da pensionati quanto conviene?

Pensionati Italiani all'Estero

Secondo i dati Istat, nel 2014 risultavano ben 473 mila coloro che hanno deciso di vivere una vita da pensionato con residenza non italiana. Oggi, a distanza di due anni, il numero è salito ad oltre mezzo milione diventando un vero e proprio boom.

Vediamo, in termini pratici, perché aumentano a vista d’occhio i pensionati italiani residenti all’estero.

Perché si trasferiscono?

Le imposte sono versate in base alle norme ed aliquote previste dalla Previdenza Sociale del Paese di residenza: trasferendosi all’estero, i pensionati in fuga dall’Italia riescono a trattenere, in certi casi, addirittura il doppio di quanto riceverebbero al netto nel nostro Paese.

E’ facile e doveroso fare un confronto con alcuni Paesi europei dove i pensionati pagano mediamente un terzo di tasse in meno rispetto all’Italia: tanto per fare un esempio, nel nostro Belpaese su una pensione di 1500 euro si pagano 600 euro di tasse, in Germania solo 60 euro.

Ricordiamo che, in Italia l’aliquota media delle tasse sulle pensioni è del 20,7%, mentre in Spagna è del 9,5%, in Francia del 5,2% ed in Germania dello 0,2%.

I pensionati residenti all’estero risparmiano e aiutano i figli

Italiani con pensione italiana all'estero

I pensionati italiani all’estero scelgono di trasferirsi, in gran parte dei casi, in altri Paesi europei non distanti dal nostro e con un regime fiscale meno gravoso: tra questi Paesi europei, citiamo Bulgaria, Albania, Romania e Portogallo.

Non sono pochi, inoltre, i pensionati che fanno una scelta più estrema e definitiva: Paesi esotici, veri e propri eden come le Tenerife (in particolare, le Isole Canarie).

In questi Paesi, non soltanto le trattenute sono inferiori rispetto all’Italia ma la vita costa meno ed i pensionati in fuga riescono a viverci bene nonostante percepiscano una pensione medio-bassa: si sacrificano volentieri, nella scelta del cambio di residenza, rinunciando ad alcuni diritti come quello alla sanità pubblica.

Così facendo, riescono perfino ad aiutare i propri figli residenti in Italia da un punto di vista economico, figli loro e di una generazione più sfortunata (post 1980).

Isole Canarie, Portogallo, Paesi dell’Est: le tappe obbligate dei pensionati residenti all’estero

Isole Canarie, Portogallo ed alcuni Paesi dell’Est come Bulgaria, Albania e Romania.

Sono questi i principali Paesi che attirano i pensionati italiani all’estero come una calamita sa fare con i metalli.

Le isole Canarie oltre ad essere veri e propri paradisi da vacanza perpetua, offrono notevoli vantaggi dal punto di vista fiscale, la vita costa meno e sono previste agevolazioni come il bonus per chi ha figli o il coniuge a carico, ampie detassazioni per chi vuole iniziare un’impresa, sgravi per gli over 65 che devono prendere in affitto una casa.

L’aliquota IVA ordinaria è ferma al 7%, per i beni di lusso al 13,5%, l’IVA sui beni di consumo non è prevista, la benzina costa 80 centesimi al litro, una cena fuori 12 euro.

Chi percepisce la pensione minima è esentato dalla dichiarazione dei redditi, la tassazione parte da un’aliquota del 15%.

Quanto conviene, invece, ad un pensionato italiano trasferirsi e vivere in Portogallo?

I pensionati residenti all’estero, in questo caso in Portogallo, per 10 anni vengono esentati da qualsiasi tassa sulla pensione italiana: per essere esentati, basta viverci almeno sei mesi.

I pensionati europei, solo a Lisbona, sono circa 50 mila: una cifra del genere dovrebbe sorprenderci? Basti pensare alle trattenute sulle pensioni Inps nel nostro Paese.

Un appartamento a Lisbona costa un quarto di meno rispetto a Roma e questo vale per il costo della vita in genere. Chi percepisce una pensione da 1000 euro fa una vita più che dignitosa.

In Paesi dell’Est Europa – protagonisti da almeno un ventennio di un’immigrazione di massa – ora si verifica il contrario: emigrano pensionati italiani intenzionati a stabilirsi come residenti all’estero.

Albania, Romania e soprattutto Bulgaria: quest’ultima offre grandi vantaggi fiscali  tanto che viverci con una pensione da 800 euro è da agiati considerando anche il basso costo della vita.

In Bulgaria, la tassazione è del 10% e si può ottenere l’esenzione dalla tassa italiana dopo 187 giorni dalla denuncia dei redditi presso il Ministero delle Finanze bulgaro: nel frattempo, verrà operata una doppia tassazione (bulgara e italiana) ma, al termine dei 187 giorni, la tassazione italiana verrà rimborsata.

Anche la Tunisia offre notevoli vantaggi: i pensionati italiani beneficiano di un’esenzione fiscale sull’80% della pensione e sul restante 20% pagano, a seconda del reddito percepito, una tassa la cui aliquota oscilla tra il 15% ed il 35%. In più, hanno una copertura sanitaria totale.

Non pochi pensionati italiani all’estero riescono a recuperare il 43% del reddito.

Il certificato esistenza in vita: la questione Citibank per i pensionati residenti all’estero

Pensionati Italiani all'Estero inps

Dal 2012, la Citibank è stata incaricata di effettuare il pagamento delle pensioni Inps come Istituto di credito designato ufficialmente e per contratto a questo tipo di servizio.

Ogni anno, la Citibank verifica l’esistenza in vita dei beneficiati di pensioni pubbliche riscosse all’estero. La spedizione del certificato esistenza in vita avviene via posta ordinaria e spesso succede che diversi  certificati vengono smarriti.

Di conseguenza, Citybank sospende l’erogazione della pensione per 2-3 mesi finché il pensionato non invia nuovamente il documento richiesto: molti pensionati all’estero si ritrovano soli, senza nessuno che possa aiutarli a ripristinare il blocco della pensione.

Basterebbe cambiare il sistema di invio (e-mail, pec o invio del cartaceo in modo più sicuro).

Pensionati italiani all’estero: la differenza di trattamento tra ex INPDAP e INPS

L’Italia ha stipulato con 93 Paesi Convenzioni bilaterali: sono trattati internazionali con cui gli Stati contraenti gestiscono la propria potestà impositiva allo scopo di evitare doppie imposizioni sui redditi e sul patrimonio dei rispettivi cittadini residenti.

I pensionati italiani all’estero, per poter beneficiare delle relative agevolazioni contemplate da questi trattati e nei Paesi contraenti, devono espressamente richiedere all’Inps l’applicazione delle Convenzioni per ottenere la detassazione della pensione italiana e la tassazione solo da parte del Paese in cui risiedono.

A differenza dei pensionati INPS, questa opportunità non vale per i pensionati ex INPDAP (ex dipendenti della Pubblica Amministrazione) emigrati all’estero, obbligati a subire una doppia tassazione (quella del Paese ospitante + le tasse versate in Italia).

Insomma, uno statale, parastatale, ex militare, finanziere, ex dipendente degli Enti Locali (Comuni, Provincie, Regioni), un vigile del fuoco, poliziotto o forestale non hanno diritto alla defiscalizzazione della loro pensione se risiedono all’estero.

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Conclusioni

pensionati italiani residenti all'estero per vivere

I dati Istat registrano un vero e proprio boom di pensionati italiani all’estero; nel 2014 erano 473 mila, oggi sono oltre mezzo milione.

Le pensioni Inps in Italia hanno un regime fiscale molto più gravoso, il costo della vita nel nostro Paese è insostenibile e vivere all’estero da pensionati, in Paesi come Portogallo, Bulgaria o Isole Canarie, è la soluzione definitiva per sempre più ultrasessantenni in fuga.

La pensione italiana, per i residenti all’estero, subisce una notevole riduzione della tassazione ma si potrebbe optare, in questo senso, anche per Paesi come la Francia, la Germania o la Spagna.

Sono molti i pensionati italiani che, trasferendosi all’estero, hanno recuperato il 43% del reddito ed alcuni oggi possono anche permettersi, con una pensione media, di aiutare i loro figli in Italia.

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